mercoledì 22 marzo 2023

Lo specchio di Giano, la strega dai capelli di serpente

 ' “La vocazione delle Arath è quella di rispettare e difendere la vita e le leggi che la governano. La vita è il momento in cui il sangue scorre nelle nostre vene e scalda la nostra carne, le labbra si addolciscono per i baci o i teneri frutti della terra, le mani delle madri accarezzano il volto dei figli, il sole ci illumina e l'acqua ci rinfresca, gli uomini costruiscono e realizzano cose mirabili con la loro laboriosità e la loro passione. Dopo questo ci attende la calma di Tufulta, in cui non ci sono madri e figli e mogli e mariti ma siamo tutti uguali. Questo è stato deciso dagli dei. Né i viaggiatori del tempo né i passeggeri del mondo osino ribellarsi a questo stato!”: la voce della madre, le parole che le ripeteva da piccola, tornarono a risuonare nella mente di Picatrix nel momento in cui la mente le venne a mancare. Dopo qualche secondo i suoi occhi e il suo capo tornarono a muoversi, le palpebre a riaprirsi e i suoi arti ad agitarsi. Sentiva una mano leggera e fresca sul suo viso e riuscì a rianimarsi: Thanaquil era vicino a lei e la osservava preoccupata toccandola sul volto per farla riavere. L'aspetto aggraziato della sacerdotessa la fece sentire serena mentre i moniti della madre le rimbombavano ancora nella mente. La sua vita con il Figli dell'Insidia le sembrò improvvisamente uno sbaglio, che aveva fatto per rabbia e vendetta e a cui ora voleva rimediare per tornare sulla strada che sua madre le aveva tracciato'.

E' questo il "credo" delle streghe di terra, "Arath", rappresentate nel romanzo fantasy ispirato agli Etruschi, "Lo Specchio di Giano" (disponibile su Amazon e su altre piattaforme), che viene esposto da Picatrix, il cui nome deriva dal titolo di un'antica opera dedicata all'occultismo. Tra le Arath, nel testo, spiccano la protagonista Steleth e Picatrix, allieva di Ataris e amica di Erichto, che stringerà un forte legame con Thanaquil, anche grazie alla sorprendente somiglianza con Steleth. 

Foto realizzata con Deep Dream

Accolta da bambina dal mago nel covo dei Figli dell'Insidia, seguaci di Laverna, al contrario della lamia, non si è mai rassegnata all'abbandono della sua essenza, nonostante la maledizione lanciatale dal padre, che l'aveva resa simile a una Gorgone, con i serpenti in luogo dei capelli. E questo la porterà ad abbandonare la guerra voluta dal maestro e schierarsi contro di lui. Si riappacificherà con l'amica soltanto quando per loro arriverà la morte: 

Uno stuolo di pipistrelli arrivò dal bosco e rosicchiò i rami in modo da distruggerli e liberarla. Voleva attaccare con un'altra sfera infuocata ma non si era accorta di aver perso la bacchetta. Presa dal panico, respirando ancora a fatica, con gli occhi sbarrati, vide che Picatrix stava per sferrarle un altro colpo. Agì allora solo con la forza delle mani, sollevando con la magia sassi e sabbia che erano a terra e scagliandoglieli contro. La rivale fu investita da un'ondata di materiale che la colpì in ogni parte del corpo e alla testa, tanto che due dei serpenti che aveva sul capo furono tranciati via e la strega cadde rovinosamente, ribaltandosi su sé stessa.

La lamia priva di forza dopo l'ultimo contrasto, crollò a carponi, e si trascinò, furtivamente, come fosse un gatto, vicino all'Arath che, ferita, si lamentava. Sentendola arrivare e, pur con la vista annebbiata, Picatrix, sofferente, cercò di risollevarsi e, con la bacchetta ancora in pugno, scagliò all'avversaria una sfera infuocata. Erichto la scansò e le balzò addosso, mordendola al braccio e iniettandole il suo veleno. L'avversaria, con un ultimo impeto di rabbia, capendo che ormai la sua fine era vicina e la rivale stava avendo la meglio, nonostante l'ulteriore male dovuto al morso, scagliò i suoi serpenti contro la lamia. Gli animali la morsero sul braccio e sulla spalla. Un urlo angosciante si alzò nell'aria, rimbombando in tutto il bosco. Stese a terra, esauste, stavano vicine l'una all'atra, quasi prive di sensi, aspettando che i sieri facessero effetto.

Erichto si voltò verso la sua nemica e la vide con gli occhi chiusi, mentre respirava a fatica, con i serpenti che stavano svanendo e stavano lasciando il posto a una chioma lunghissima e nera, lucida e mossa. Nel vederla morire, un grande affanno si impadronì di lei, le lacrime le salirono agli occhi e il fiato le si strinse in gola. Si ricordò della loro vita passata insieme, di come Picatrix fosse sempre stata il suo appoggio, la sua amica e confidente, l'unica persona di cui potersi fidare a Hiul, quasi una sorella. Allora la chiamò, cercando di farla riavere: “Picatrix, svegliati! Picatrix”.

Strisciò vicino a lei, fino a prenderle la mano. La sua pelle fredda fece salire anche a lei i brividi della morte. Al suo tocco, però, la strega si risvegliò e si voltò.

“Picatrix, sai che il veleno delle lamie consente alle sue vittime di vivere ancora, diventando lamie a loro volta. Basta che tu scelga di essere come me! Puoi ancora andare avanti e realizzare i tuoi sogni! E se lo farai, ricordati di me. Perdonami! Non avrei dovuto dimenticare quello che siamo state l'una per l'altra”.

“Non diventerò una lamia, Erichto. Sono stata una Arath trasformata in Gorgone dal mio stesso padre: gli uomini di me hanno avuto paura e ho vissuto nell'ombra e nell'odio fino a che non ho incontrato Thanaquil. Non voglio di nuovo essere condannata a nascondermi e ad accontentarmi di passare i miei giorni odiata e lontano da tutti – rispose l'amica con voce quasi impercettibile. -  Muoio felice di aver combattuto per il mondo che vorrei lasciare agli altri. Ma lo sono di più per averti ritrovato, anche se solo alla fine”.

Le lacrime scesero sul volto di Erichto, appannandole la vista. La lamia si stese vicino all'amica.

“Andremo insieme a Tufulta!”.

Si guardarono ancora una volta e si sorrisero, mentre il veleno bloccava a entrambe il respiro e impediva loro i movimenti. Si strinsero la mano e chiusero gli occhi, aspettando la fine.


Nessun commento:

Posta un commento

Lo specchio di Giano e gli oggetti magici: dal lituo alla trottola di Ecate

 Credo che non ci siano romanzi fantasy in cui non compaiano oggetti magici di diversi tipi e con diverse funzioni, dai libri, agli amulet...