martedì 6 giugno 2023

Lo specchio di Giano, il sacerdote Tarchun

 Nell'ultimo post che ho dedicato al mio libro, "Lo specchio di Giano", ho pubblicato la descrizione di uno dei personaggi che ho inventato per il volume e che va ad affiancarsi ai caratteri che rappresentano i miei familiari. Si tratta di Tarchun, il sacerdote devoto al dio Maris che custodisce riti tradizionali e misteri della religione del popolo dei Rasna. La sua descrizione riprende, infatti, quella dei religiosi etruschi.

Il nome, invece, che all'inizio doveva riprendere quello di Ismeno, mago della Gerusalemme Liberata, è quello dell'eroe etrusco Tarconte, a cui, assieme al fratello Tirreno, è attribuita la fondazione della dodecapoli etrusca, il cui nucleo centrale fu Tarquinia, che da lui prese il nome. Appare nell'Eneide come capo di tutti gli Etruschi e alleato di Enea nella guerra contro Mezenzio e Turno, dove abbatte il giovane tiburtino Venulo.

In Lo specchio di Giano, Tarchun, assieme al rivale Ataris, è uno dei caratteri più complessi. Sotto la sua integrità di facciata si celano segreti legati a una tragica storia d'amore, la sua superbia e un forte senso di superiorità rispetto agli altri. Tutti sentimenti che nello svolgersi degli accadimenti verranno superati mentre i suoi demoni saranno annientati, fino alla redenzione finale. 


Tarchun è depositario della disciplina dell'aruspicina e in una scena chiave del libro analizzerà il fegato di una vittima, capendo, unico personaggio in tutta la storia, a capire chi davvero è Steleth:

Si trovava nella cella destra del tempio di Maris, dove erano conservati in un baule chiuso i Libri del Cielo accanto a una statua d'oro del dio. Quella parte del tempio, con la caduta in disuso di certe usanze di culto era stata chiusa e nessuno ci era più entrato da tempo. Si era fatto lasciare lì solo con gli attrezzi per il sacrificio e con la sua vittima. Dopo una lunga preghiera al dio, aveva sgozzato una vecchia pecora nera. Le pareti scure e polverose per il passare del tempo si erano riscaldate con il sangue dell'animale, che il sacerdote vi aveva cosparso sopra. Aveva poi estratto dal cadavere della bestia il cuore e il fegato. Quell'atto sanguinoso che non si perpetrava ormai da secoli aveva richiamato nel tempio i demoni del fuoco del Regno dell'Orco che sibilavano e si lamentavano, facendo aumentare in Tarchun la rabbia e la disperazione.

Lui, in quanto Aruth, era l'unico depositario dell'antica disciplina dell'aruspicina, tramanda di guida in guida, mentre quelle degli auguri e dell'interpretazione dei fulmini, essendo non cruente, erano sempre state mantenute in vita. Per risolvere la situazione, per capire il da farsi con la guerra, per sapere qualcosa del futuro, aveva provato a interpretare il volere del dio e del destino tramite le sue invocazioni e tramite lo scrutamento di diversi segnali. Ma questi ultimi non erano arrivati, al contrario delle altre volte in cui aveva sempre ottenuto una qual forma di risposta, anche dopo diversi tentativi. Maris evidentemente lo aveva abbandonato. Gli rimanevano soltanto le antiche arti divinatorie dei suoi antenati, affidate ormai solo alla massima carica religiosa dei mortali. Non si aspettava di essere proprio lui a doverle far rivivere. Quando era stato nominato guida dei Ministri del Destino, gli si prospettava un futuro di gloria, con il suo regno in pace e una certa prosperità che poteva consentire lo sviluppo delle scienze e del commercio. E invece ecco la guerra, un terribile imprevisto che faceva saltare tutto all'aria, e i fantasmi del passato che tornavano da lui. Eccolo, nel tempio del dio che non lo ascoltava più, a sentirsi feroce e ridicolo allo stesso tempo, nel sventrare un povero animale per cercare di comprendere il volere degli dei e sapere se quello che lo aspettava fosse favorevole o sfavorevole.

Prese quindi il fegato della pecora e lo pose ancora caldo davanti a Maris, mettendosi con le spalle a Nord, e predisponendosi quindi a ispezionarne la forma e i segni particolari, per leggerne indicazioni di buono o cattivo auspicio.

Era un organo pieno di imperfezioni e tanto diverso da quelli che aveva studiato sui libri a cui solo i Sians avevano accesso.  Ma quali aree guardare? Dopo lo scontro degli eterni, ogni parte dell'organo era stata riservata agli dei reggenti e ai gruppi di immortali che si facevano carico dei diversi regni. Ma tra gli dei ne erano tornati degli altri e altri ancora stavano per riprendere la loro forma. Era necessaria quindi una lettura doppia, con i vecchi e i nuovi riferimenti.  Le aree di Maris e dei Chechanar erano irregolari e piene di venature, segno della loro debolezza, che però non sembrava un segnale di un crollo imminente. Inoltre, quello spazio era come circondato da un cordone, come se fosse isolato dagli altri. Le divinità che avevano governato il mondo negli ultimi secoli si erano asserragliate nelle loro posizioni, allontanandosi sia dai mortali sia dagli altri dei. Le antiche parti di Aplu, Ani, Voltumna, Vesta, Nethuns e molti altri, erano, invece, piene e carnose di un colore carico: gli dei nuovi avrebbero mantenuto la loro forza, ma erano di due fazioni differenti. Poteva essere un segno che prospettava la pace oppure uno sconvolgimento delle parti tra i divini. La sezione rivolta a occidente, rossa e tonica, era quella degli dei infernali divisa da quella degli altri dall'area centrale, quella di Giano, caratterizzata da un rosso scurissimo e rilevata rispetto agli altri, con un aspetto più pieno e sano. Che ruolo aveva il padre degli dei in tutto questo? Sembrava essere un ruolo rilevante, ma quale?

Ma osservò quella parte con più attenzione. Un punto nell'area degli dei di Tufulta era forato: in quella particolare area cosa mancava? No, non poteva essere! Si ripulì velocemente le mani e andò a consultare i testi. Il suo cuore quasi si fermò: era la sezione dedicata a una delle dee più potenti, da cui ci si aspettava un grande appoggio in quella guerra! Ecate non c'era! E Steleth? Intorno a lei c'era sempre stato un alone di mistero, qualcosa sembrava non coincidere con il Mysterii Liber e lei era restia ad accettare il suo stato. Ma aveva dato la dimostrazione di poteri forti e imperfetti, ancora in grado di crescere. Chi si celava in lei? Un'altra dea? Cercò freneticamente una conferma, un nuovo dato, qualcosa che non conosceva e che potesse dargli un qualche aiuto confrontando i testi sacri con l'organo degli animali. Quand'ecco, un quasi impercettibile rigonfiamento accompagnato a un alone bianco sempre nell'area degli infernali! Tarchun rimase immobile a contemplare quel piccolo dettaglio: ora tutto gli era più chiaro ma quello che aveva capito doveva rimanere un segreto! Il suo respiro prese a diventare meno affannoso: le sorti del mondo sembravano ancora bilanciate e il futuro ancora da definire e soprattutto, probabilmente, non ci sarebbe stata una disfatta per Vestres.

L'ebook è disponibile su Amazon e su altre piattaforme.

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