Torna la rubrica dedicata a letteratura e animali, Caratteri e impronte, nata in attesa del mio secondo libro. In uno spazio di questo tipo, non possono mancare le Favole di Esopo. Lo scrittore è considerato l'iniziatore della favola come forma letteraria scritta. Si tratta di opere archetipiche, brevi, in cui gli animali sono personificati e rappresentano caratteristiche e vizi umani. Lo scopo, come tutti sapete, è quello di comunicare una morale ai più piccoli, insegnando i valori della vita, i pericoli e le cattive azioni. La morale è esplicitata di solito in una breve frase alla fine del componimento come accade il "La volpe e il corvo".
La volpe e il corvo
Un corvo era andato a posarsi su un albero dopo aver rubato un pezzo di carne. La volpe lo vide e le venne voglia di quella carne.
Si fermò sotto il corvo e gli fece grandi lodi, dicendo che lui era il migliore tra gli uccelli e presto sarebbe diventato il loro re; che aveva un corpo perfetto, con piume bellissime, becco possente e zampe slanciate.
"Peccato solo che tu sia muto!" aggiunse la volpe. Il corvo, pieno d’orgoglio per i complimenti, volle dimostrare alla volpe che anche lui aveva una bella voce: spalancò il becco e cominciò a cantare. Ma il formaggio cadde dal becco e la volpe, con un balzo, lo afferrò.
"Potresti senza dubbio essere il Re degli uccelli, se solo tu avessi anche il cervello", disse la volpe al corvo.
Ecco una favola per un uomo stolto.
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