sabato 24 dicembre 2022

Lo specchio di Giano, i luoghi

Dopo avervi parlato delle tipologie dei personaggi del romanzo fantasy ispirato agli Etruschi, "Lo specchio di Giano", vorrei parlarvi dei luoghi in cui è ambientata la vicenda. Vestres, Medhelan, Ianua e quasi tutti gli altri paesi e posti citati nel libro, sono in realtà luoghi reali, a cui ho dato nomi di fantasia o di cui ho ripreso il nome antico. Si affacciano, così, nelle pagine dell'eBook, diversi borghi della Liguria, come Vestres che rappresenta il Paese in cui sono nata, della Toscana, luogo di origine di parte della mia famiglia, Milano, la Pianura Padana e l'Appennino Ligure, tra quelli citati più spesso. 

Uno dei passi più significativi ha come scenario quello del Castello della Pietra di Vobbia, di cui vengono anche riprese le leggende che lo vedono come protagonista. E' per me un luogo ricco di fascino e magia. Se passate da Vobbia, fate un salto a visitarlo! (Qui trovate le informazioni)


Ecco la descrizione del Castello nelle parole della strega Saberia

“La Rocca della Pietra fu costruita dagli antichi Ligi, secoli e secoli fa, a difesa di questa valle e come torre che permettesse attraverso i fuochi di inviare i messaggi da un luogo all'altro del regno. Quel popolo scelse, quindi, per l’edificio un luogo che doveva renderlo inespugnabile: lo eressero in mezzo a due costoni di roccia che svettavano alti sopra le altre cime della valle del Falco, dotandolo di cisterne per raccogliere l'acqua piovana e spazio per le provviste di cibo e per i cavalli. Resistette alle catastrofi che furono scatenate durante lo Scontro degli Eterni ma un incendio, durante il conflitto, distrusse il bosco e un terremoto fece crollare la strada che lo collegava alla valle, rendendolo quasi irraggiungibile. Essendo ormai questa terra un cumulo di cenere, i Ligi dovettero andare via". 

"Alla fine della guerra, Maris pose in questa regione l'accesso al regno dei Morti, muovendo e spostando la terra in modo da renderlo remoto ai mortali. Soltanto le anime dei defunti possono giungervi, guidati dalle farfalle, essendosi persi quasi tutti i demoni psicopompi. Il Castello, che aveva resistito alla distruzione, diventò il luogo d'amore tra il dio reggente e il demone perduto. Si racconta che Culsu si posasse in cima al costone più alto e da lì ammirasse tutta la valle, il fiume che correva veloce nel suo letto ripido e da lì si lanciasse in volo, in picchiata, per poi risalire sfruttando il vento e lasciandosi portare dalle ali su tutta la catena, velocissima, ammirata e adorata dagli uomini. Quando Culsu fu scacciata, non si sa dove, la rocca divenne un luogo tra il sacro e il maledetto: Maris la diede in custodia ad Angizia, che lo aveva supportato nella lotta, rendendola la sua guardiana, con il compito di vegliare sull'intera regione che circonda Tufulta, e lasciar passare soltanto i mortali degni di arrivare all'antro del regno dei morti. Oltre non si può andare”.

L'ebook è disponibile su Amazon e su altre piattaforme.

 

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