martedì 20 dicembre 2022

Lo specchio di Giano: streghe, maghi, dei

 Nonostante il titolo, che è un evidente richiamo al mondo classico, "Lo specchio di Giano" è un testo che si inserisce pienamente nel genere fantasy e con esso i suoi personaggi e gli animali mitologici.

Chi possiamo incontrare nelle pagine del libro? 

Accanto agli uomini, ecco streghe e stregoni di diverso genere, caratterizzate dalle influenze dei diversi elementi, fauni e giganti, maghi potenti e lamie. 

Steleth, ad esempio, è una strega di terra, una Arath, con caratteristiche e poteri differenti da quelli del fratello, Thefri, in cui a prevalere è l'elemento dell'acqua. 

E' numerosissima anche la schiera di dei e demoni, per lo più ripresi dalla cultura etrusca, ma non solo. Tra loro, non mancano i caratteri capricciosi degli dei classici. E non manca nemmeno un topos come quello del concilio degli immortali.

La fauna è ricca e variegata, con tantissimi animali ricordati ed elencati che hanno un ruolo di primo piano nello svolgimento della storia: dalla viverna, alla manticora, dai mostri abissali all'idra e alle pirauste. A una speciale cavalletta è affidato il compito da parte degli dei di vigilare sulla protagonista. 


Foto di Timothy Dykes da Unsplash

Qui sotto ecco la descrizione di Vulca, padre di Steleth e Thefri, Holaie e Velia

"Più in disparte rispetto alla folla, su un lato della piazza, c'era il padre, Vulca, un Usilth, stregone di aria e di cielo. Nonostante l'età stesse avanzando inesorabile anche per lui, aveva ancora un aspetto piacente: non era molto alto ma aveva un fisico curato, capelli mossi, dalla lunghezza media, con una leggera stempiatura, viso ovale, con gli zigomi leggermente alti, mento stretto con la fossetta, che il viso di Thefri aveva ripreso, naso dalla punta larga che ricordava quello della figlia, la carnagione chiara, quasi bianca, della sua classe, occhi verdi e labbra carnose. 

Si era sempre distinto per la sua eleganza, grazie anche al lavoro e alla dedizione della madre, che confezionava abiti per mestiere, e portava un chitone in lana azzurra, con bordi di tre colori, su cui era appoggiata una tebenna verde scuro con orlo rosso, decorato con motivi a losanghe candide. Stava parlando, mentre passeggiavano lentamente avanti e indietro, proprio con sua madre, Holaie, Arath anziana e claudicante fin dalla nascita con capelli grigi, raccolti in una lunga treccia, viso allungato e un poco rugoso, espressivi occhi scuri, naso sottile e bocca fine, color nocciola, che sorrideva poco. A incorniciarlo gioielli sottili, in filigrana, che riproducevano diversi fiori. La sua lunga tunica era del colore della senape ed era coperta anche sul capo da un pesante mantello glicine. 

Con loro, la sorella maggiore di lei e zia di Vulca, Velia, anch'ella Arath, più alta e robusta rispetto a Holaie, con i capelli grigi raccolti in una crocchia, con il volto ovale ma dalla mascella più pronunciata, gli occhi scuri e larghi, naso  grazioso ma lievemente ossuto e bocca larga, scurissima e sempre sorridente. Il suo chitone era blu intenso con bordi a motivi geometrici di diversi colori mentre il suo mantello era verde e foderato di rosso, con l'orlo cucito con fili d'argento".


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