Prima che il capodanno fosse fissato il 1 di gennaio, mese dedicato a Giano, l'inizio dell'anno presso gli antichi romani si festeggiava il 1 marzo. Marzo, infatti, era il primo mese dell'anno nel calendario di dieci mesi stabilito da Romolo ed il mese dedicato a Marte. Secondo la tradizione, il primo re di Roma era figlio del dio e della vestale Rea Silvia. Ponendo marzo come primo mese, Romolo intendeva onorare il padre, protettore della guerra e dell'agricoltura.
Nei Fasti di Ovidio, Romolo invoca Marte con queste parole: ”Signore delle armi, dal cui sangue mi ritengo nato e, affinché sia creduto, darò molte prove, da te proclamiamo l’inizio per l’anno romano: il primo mese sarà dal nome del padre”.
In questo periodo dell'anno riprendeva la cura dei campi e ci si preparava per le guerre. Anticamente, secondo il culto italico, Marte era Mavor, Dio della vegetazione, figlio della Grande Madre. I Romani, popolo guerriero, crearono il mito del dio della guerra, padre di Romolo e Remo.
Foto di Carole Raddato from Frankfurt, Germany - Fresco of a statue of Mars in the House of Venus, Pompeii, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=45811261
Dal 1 marzo o Kalendis Martiis si celebravano diverse ricorrenze.
Ecco i Matronalia, in onore della dea Iuno, Giunone, madre di Marte. Nello stesso giorno del 375 a.c. venne dedicato il tempio sull'Esquilino di Iuno Lucina, Giunone che presiede ai parti. Alle sue celebrazioni potevano partecipare solo le donne che si erano sposate un’unica volta. Queste si cingevano il capo di fiori e li donavano alla dea. Le partorienti si scioglievano i capelli e si appellavano a lei affinché donasse loro un parto senza tribolazioni. Le matrone offrivano banchetti e doni ai loro schiavi e ricevevano a loro volta pegni dai mariti.
Con il 1 marzo Iniziavano le cerimonie dei Salii, collegio sacerdotale istituito in onore di Marte, che si distribuivano in giorni diversi del mese. Tra queste le Feriae Martis o Saliaria, processione dei Salii, che sfilavano con canti di guerra e danze. Ecco ancora gli Ancilia, in cui i Salii portavano in processione gli ancilii, gli scudi sacri al dio che venivano conservati nel Sacrarium Martis nella Regia. I sacerdoti percorrevano le strade in processione percuotendo gli scudi con un bastone e cantando inni al dio. Secondo la tradizione, il sacro ancile cadde sulla terra davanti Numa Pompilio, il giorno delle Calende di marzo.
Pochi giorni dopo, le celebrazioni di Vesta, il Festum Vestae, con il rinnovo del fuoco sacro (ve ne parlerò il 6 marzo). La dea, incarnata in Tatia, è uno dei personaggi di Lo Specchio di Giano, romanzo fantasy dedicato agli Etruschi e ai popoli antichi. Ve ne parlo in questo post. Intanto sto lavorando a un altro libro che ha come protagonista una sacerdotessa di Vesta.