martedì 31 dicembre 2024

Il mese di gennaio e Giano

Oggi inizia il nuovo anno, con il suo primo mese, gennaio, che anticamente era dedicato al dio Giano

Gennaio era il primo mese dopo il solstizio d’inverno e quindi quello che iniziava con il ciclo di ascesa del sole. A dedicare al dio il mese di gennaio fu Numa Pompilio, mentre con la riforma giuliana del 46 a.C. gennaio passò a essere il primo dell'anno.

Giano viene rappresentato e definito come Giano bifronte, ossia con due facce, spesso diverse tra loro, che si contrappongono unite per la nuca e che guardano al passato e al futuro. Giano è il custode di tutti i momenti di transito, di tutti i passaggi, di tutti gli inizi, di tutte le porte (che in latino si dice “ianua”).

Giano è una divinità esclusivamente romano-italica, la più antica tra gli dei maggiori italici, i Di indigetes, invocata spesso insieme a Iuppiter. Fu, insieme a Quirino, l'unico dio romano a non essere assimilato a divinità ellenistiche.

Il suo culto è probabilmente antichissimo e risale a un'epoca arcaica, in cui i culti dei popoli italici erano in gran parte ancora legati ai cicli naturali della raccolta e della semina, poi con il passare del tempo il suo mito divenne sempre più complesso. 

Quella di Giano è una figura che mi ha sempre affascinato tanto che a lui è intitolato il mio primo libro, "Lo specchio di Giano", un romanzo fantasy ispirato agli Etruschi. Questo popolo venerava Culsans, un dio simile a Giano nell’aspetto - era anch'egli bifronte - e probabilmente anche nella sfera d’azione. 

Entrambe le divinità prendono il nome dalla porta, detta culs in etrusco e ianua in latino. L’aspetto di Culsans è noto da pochi reperti, tutti ritrovati presso porte civiche, considerate luoghi vulnerabili da proteggere.



martedì 10 dicembre 2024

Lo specchio di Giano. Thanaquil e le Veggenti di Farthan

 Torno a parlarvi di "Lo specchio di Giano", il mio romanzo fantasy ispirato agli Etruschi, presentandovi uno dei personaggi principali, la sacerdotessa Thanaquil, amica di Steleth

Si tratta di una donna bellissima, forte, guerriera, caparbia ma che mostrerà il suo lato fragile e si lascerà vincere dall'amore quando incontrerà Turno, mettendo tutte le sue certezze in discussione. Ma poi prevarrà l'amore per la sua gente, con cui è cresciuta e che ha sempre protetto. Thanaquil è la guida delle Veggenti di Farthan, ordine sacro alla dea dell'amore e della guerra, per cui le sacerdotesse sono sia abili guerriere sia prostitute sacre.

Il nome è ripreso da una delle figure femminili etrusche secondo me più affascinanti: Thanaquil era infatti la moglie di Lauchume Tarkun, un lucumone etrusco che sarà chiamato a Roma Tarquinio Prisco.

Si narra che un giorno, lei e il marito passeggiassero nei pressi di Tarquinia, quando una maestosa aquila si posò sul capo dell'uomo portandogli via il copricapo. Dopo un rapido e ampio volo nel cielo, l'uccello ripose il copricapo sulla testa di Tarquinio.

La donna, esperta di prodigi, spiegò allo sposo che l’aquila, regina dei cieli, uccello sacro di Tina, re di tutti gli dèi, con quel gesto aveva predetto che egli sarebbe stato destinato alla gloria di un grande regno.

Tarquinio e Thanaquil esporteranno a Roma la cultura etrusca. Lei era na sorta di sibilla in grado di leggere il senso più profondo delle cose e cogliere i messaggi degli dei.

Qui il passo del libro  disponibile su Amazon e in libreria in cui si parla dell'amicizia tra Steleth e Thanaquil:

Le due donne erano amiche da tanto tempo. Erano cresciute insieme nella scuola del tempio di Turan, dove le Veggenti istruivano le bambine ai primi rudimenti delle diverse discipline, dalla lettura alla matematica, dalla geometria allo studio della natura, dalla tessitura alla medicina, dalla pesca e alla caccia a piccoli insegnamenti di arti magiche.

Thanaquil proseguì il suo percorso di vita nel tempio, tra ars amatoria e uso delle armi. Lei non aveva potuto scegliere la sua strada: essendo figlia di una Veggente di Farthan era stata predestinata fin dalla nascita a diventare una sacerdotessa della Dea dell'Amore e della Guerra, ricoprendo i ruoli di prostituta sacra e di  guerriera. La sua bravura l'aveva portata a diventare la guida dell'ordine, che era chiamato a proteggere i misteri divini, leggere le indicazioni che Maris impartiva tramite i fulmini, a difendere il regno e a celebrare la fertilità e la vitalità della natura, prestando il proprio corpo agli uomini che si recavano al tempio a farne richiesta. I figli che nascevano dai loro rapporti venivano destinati all'ordine se femmine, a diventare soldati o Ministri del Destino se maschi.




Il Morgante di Luigi Pulci

 Dopo un sacco di tempo, eccomi finalmente a raccontarvi una delle mie ultime letture... una rilettura, per la verità. Si tratta di un libro...